sabato 11 maggio 2013

Il paese del buon selvaggio.

Lo so che cosa è successo con Game of Thrones: è rimbalzato per la rete in ogni salsa e in ogni lingua, ma non volevo parlarne.
Perché?
Vedete, there is only one thing in the world worse than being talked about, and that is not being talked about. Volevo evitare di dare anche un minimo contributo in termini di risonanza alle persone che trovano questa serie pornografica, oscena, offensiva e quant'altro.
Però è un boccone duro da mandar giù, non solo come appassionata di fantasy e di fantastico più in generale, ma come persona.
Di GoT ho visto solo la prima stagione (in inglese, fra l'altro, perché ho qualche problemuccio con i doppiaggi che spesso fanno pietà). Mi è piaciuta e recupererò il resto. Sì, c'è del sesso, e allora?
Esiste una cosa che si chiama telecomando. Il vero strumento di democrazia universale: ti fa schifo il programma? Cambi, guardi altro e non rompi i maroni.
Sono stufa, ma proprio stufa, dell'andazzo in questo paese: che voi prendiate ad esempio libri o televisione, il punto è sempre lo stesso. Ci forniscono roba semplice, accuratamente depurata: non sia mai che si turbino i nostri poveri cervelli o quelli dei nostri poveri bambini. Non potrebbero reggere al colpo, si sa.
Perché lo spettatore - o il lettore - è un buon selvaggio, bravo, eh, per carità, un pezzo di pane, ma è scemo, non lo sa mica cosa è bene per lui. 
Ci vuole qualcuno che lo guidi, lo protegga e lo tenga al riparo dalle brutture, altrimenti non si sa cosa potrebbe combinare.
E allora, vai di fiction finte, anime censurati e libri in cui le storie d'amore sono rigorosamente etero (altrimenti, ai personaggi originali viene cambiato sesso perché le storie gay guarda no, proprio no), o di serie interrotte sempre perché guarda no, le storie gay proprio no.
Non ci credete? Cercate i volumi successivi di quella che da noi è stata pubblicata come Trilogia di Alec di Kerry. Quando i due protagonisti - maschi - si sono innamorati, ciao, hanno smesso di tradurla. Infatti, siamo arrivati a una pentalogia (e con un sesto libro che dovrebbe aggiungersi a breve), ma, se la vuoi leggere, te la prendi in inglese.
O vogliamo ricordare che hanno censurato una scena di sesso nello Stardust di Neil Gaiman?
Perciò, emigrazione mentale, ancora una volta: leggere o guardare in lingua originale. Perché all'estero non si perdono dietro a queste stupidaggini.
Di pappette riscaldate, serie tv tagliuzzate, anime rimontati tanto da non essere più nemmeno somiglianti all'originale non ne voglio sapere: se questo è ciò che il mio paese mi offre, vado altrove. Non ho bisogno di un'entità superiore neanche ben specificata che si prenda la briga di decidere cosa è adatto, o meno, per me, usando come parametro la morale cattolica che, scusate, non è la mia.
Cosa guardare o non guardare lo decido da me. Con la mia testa.
Qual è il problema, quello vero? Che se in tv passano cose come GoT non potete abbandonarci i bambini davanti mentre siete impegnati a fare altro? Che se, facendo zapping, al bambino capita sotto gli occhi una scena di sesso non siete in grado di spiegargli di cosa si tratta perché le istruzioni per l'uso non sono nella Bibbia? O che non gli potete piazzare una tv in cameretta come regalo per il terzo compleanno (giuro, mi è capitato di vedere anche questa), in modo che stia zitto e fuori dalle scatole?
Tenetevi i Cesaroni e il medico in famiglia. Io guarderò GoT. In inglese. Versione integrale. E, come segnala la Socia Ais, Vicious.

1 commento:

  1. Non sapevo della scena tagliata in "Stardust" - a questo punto dovrò procurarmi un'edizione in lingua originale.

    Sul resto, non so proprio come pronunciarmi. Certo cose mi tolgono le parole di bocca...

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