martedì 12 gennaio 2016

Cosmo Oro 4 - Abisso del passato Lyon Sprague De Camp

Quando ho scoperto (sì, il volume successivo della collana lo guardo solo quando ho finito il precedente... è più divertente, così) che il quarto Cosmo Oro sarebbe stato di De Camp (Abisso del passato) mi è partito un wohooo! 
Di suo ho letto la trilogia di Jorian Re di Iraz (La torre di Goblin, Jorian di Iraz e Il re non decapitato) e mi sono divertita in modo indecente. 
Jorian è un allegro fracassone che si trova sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato e passa da un guaio all'altro, cavandosela grazie ad astuzia, intelligenza e un po' di sano culo. Il fatto di essere un armadio a due ante aiuta anche quello. Tutto quello che vorrebbe è una vita tranquilla, nella fattispecie tenersi la testa attaccata al collo e recuperare la sua moglie preferita e invece ne passa di cotte e di crude  solo per scoprire che 1. è stato cornificato e lei è incinta 2. alla fine va bene così perché nel frattempo pure lui si è innamorato di un'altra.  Fra l'altro, di Jorian ha parlato Davide, qui.
E ora veniamo ad Abisso del passato
Roma, 1936. Nel bel mezzo di piazza del Pantheon cade 'il bisnonno di tutti i fulmini' (citazione) e l'archeologo Martin Padway si ritrova catapultato nella Roma del VI secolo D.C.
Sì sì Un americano alla corte di Re Artù e blablabla, andiamo avanti.
Martin Padway non c'ha il fisico: voglio dire... parliamo di uno che era soprannominato Sorcio Padway, mica di Superman.
Però ha altre cose: ha cervello. E uno scopo ben preciso: impedire che le tenebre del Medioevo calino sull'Europa. Se per far questo deve attingere alla sua conoscenza delle tecnologie future... ben venga.
Così, Martinus Paduei, che presto diventerà Martinus il misterioso, inizia distillando brandy in una Roma che dei gloriosi tempi dell'Impero più vasto del mondo ha perso quasi il ricordo, prosegue stampando giornali, introduce il telegrafo ottico, fa campagna elettorale secondo metodi moderni e finisce per - addirittura! - comandare un esercito.
Un eroe?
Oh no, visto che in ogni dannato momento si trova ad avere a che fare con re bibliofili sull'orlo della demenza senile, eredi al trono bulli e viziati, prestadenaro, principesse sanguinarie, artigiani ladri di rame, una guardia del corpo depressa, generali ostrogoti decisamente scemi, Belisario e la sua ben nota rettitudine, guerrieri che non hanno la minima intenzione di attenersi alla strategia - anche se si rendono conto che sarebbe la cosa più vantaggiosa - ma preferiscono gettarsi disordinatamente nella mischia urlando e farsi aprire la pancia.
Insomma, come gli è stato detto all'inizio del libro, anche se un uomo del futuro cadesse nel passato, sarebbe difficile che riuscisse a cambiare la storia con la S maiuscola... perché la storia resiste.
Tenacemente.
Il contrasto antico/moderno, l'occhio disincantato e cinico con cui Padway guarda la sua situazione e la gente che ha intorno sono esilaranti: in alcuni punti ho sghignazzato di brutto.
Insomma, questo libro è un gioiellino. Me lo rileggerò... Ma non adesso. Adesso tocca all'uscita numero cinque. 
Che cosa sarà?
Lo scopriremo solo vivendo!

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