lunedì 29 febbraio 2016

WePub chiude.

Lo sapevo già da un po' e WePub stessa ne ha dato l'annuncio sulla sua pagina Fecebook due settimane fa. Ma io ho aspettato a parlarne perché oggi è un giorno speciale. 
Quattro anni fa, proprio il 29 febbraio, Ultimo Orizzonte iniziava il suo cammino. A mezzanotte di oggi, il suo cammino finisce, almeno quello con il marchio WePub.
Il sito di WePub è offline.
I link per l'acquisto nella pagina dedicata, qui nel blog, smetteranno di funzionare.
È stata un'esperienza splendida e come prima volta da autrice edita non avrei potuto desiderare di meglio. Ho incontrato persone fantastiche che hanno amato il mio libro, che mi hanno proposto un contratto dignitoso, hanno lavorato con me sul testo senza risparmiarsi e che sono sempre stati di assoluta precisione anche nelle questioni economiche (sì, va detto!).
WePub è stata una casa editrice come le case editrici dovrebbero essere.
Purtroppo, questo non paga. Ma io sono stata fortunata a farne parte.
Da domani, i diritti tornano in mio possesso. Starà a me decidere che cosa fare.
Ho ricevuto una proposta da un'altra casa editrice e sto vagliando il contratto. Non so se accetterò, ma non escludo, per adesso, di autopubblicare sia Ultimo Orizzonte che la Sentinella
Idee ne ho diverse...
Non voglio che finiscano nel dimenticatoio: c'è troppo di me, lì dentro. E c'è tutto l'amore e la serietà di WePub. 
WePub non c'è più ma il suo lavoro resta. E finché Ultimo Orizzonte e La Sentinella del Golfo continuano a esistere, anche un po' di WePub esisterà.



martedì 9 febbraio 2016

Cosmo Oro 7 - Slan Afred E. Van Vogt

Van Vogt è stato uno dei miti della mia adolescenza, quando decisi che basta fantasy. 
In pochissimo tempo, divorai l'intero scaffale fantascienza della biblioteca. Non è che fosse uno scaffale così fornito, comunque. Qui siamo penosamente scarsi, quanto a biblioteca (sigh).
Poi, per anni, non ho più letto nulla di suo, fino a che, un paio di anni fa, non mi è capitato sott'occhio un Urania, in bella mostra sulle rastrelliere dell'edicola sotto l'ufficio.
Slan.
Botta di nostalgia canaglia, mi sono detta 'perché no?' e l'ho comprato.
Non mi è piaciuto affatto.
Ma la settima uscita Cosmo Oro è proprio Slan ed è stata anche la mia prima rilettura: ho deciso che si meritava un altro tentativo.
[Incidentalmente, il protagonista, Jommy, mi ha riportato alla mente un altro ragazzo con poteri speciali, Jomy, dell'anime Toward the Terra (titolo originale: Terra e). Mi domando se Slan sia stato in qualche modo fonte di ispirazione perché, pur con notevoli differenze, ci sono degli elementi comuni. Se avete voglia, guardatelo, a me è piaciuto molto.]
Ora, alla fine non posso dire di aver provato quel misto di irritazione e nervosismo che mi aveva accompagnata durante la prima lettura. Non posso neanche dire, però, di averlo rivalutato del tutto.
Probabilmente è giusto inquadrarlo nella sua epoca storica: considerando che è stato scritto nel 1940 - quindi ben prima della bomba atomica - il suo puntare tutto proprio su questo tipo di energia risultava, per i lettori, una novità affascinante. E anche l'avere al centro di tutto un diverso - uno slan, appunto - e, non solo, un superuomo (perché gli slan, oltre ad avere una forza e una rapidità fuori dal comune e due cuori, hanno anche la capacità di leggere nel pensiero) era per l'epoca decisamente all'avanguardia.
A differenza, per esempio, dell'insopportabile Aarn Munro di Campbell, che ha doti eccezionali, fa di tutto per farcelo notare e, in virtù di esse, non solo è il leader maximo, ma è così cazzuto che nessuna minaccia, nessun pericolo e nessuna situazione disperata riesce a scalfire il suo aplomb, Jommy vive tutta la sua vita in clandestinità, costretto a nascondersi non solo dagli umani, ma anche da un nuovo tipo di slan senza antenne (sì, gli slan hanno sottili fili dorati sulla testa, che, in realtà sono le antenne mediante le quali captano i pensieri).
Anche Jommy ha poteri eccezionali, sia mentali che fisici, ma per tutta la prima parte del libro sono più un pericolo che un vantaggio. Perché gli uomini odiano gli slan e li cacciano peggio che se fossero animali: lo scopo è lo sterminio totale della razza e non si fermano neanche di fronte a donne e bambini. E gli slan senza antenne invece... pure. Anzi, gli slan senza antenne chiamano gli slan con antenne con un nomignolo adorabile: serpenti.
Un amore trascendentale, proprio.
La parte iniziale del libro, con Jommy bambino cui viene uccisa la madre e finisce 'preso in ostaggio' dalla nonnina ubriacona (no, non fa ridere, è una vecchia laida e infida di una malvagità rivoltante, forse il personaggio più riuscito), mi è piaciuta molto. Il tema è insolito, il protagonista molto ben reso, le situazioni incalzanti e i colpi di scena continui. Insomma, a 'sto poverino ne capitano di tutti i colori che a confronto il dolce Remì è un manifesto alla fortuna sfacciata...
Nella seconda parte, Jommy è ormani adulto e sfodera tutta una serie di invenzioni invincibili... e lì mi è piaciuto molto meno. Non so, forse la mia sospensione di incredulità ha iniziato a vacillare. O forse l'autore si concentra molto di più sulle mirabolanti scoperte scientifiche del protagonista che sul protagonista stesso... alla fine il personaggio di Jommy risulta... come appiattito.
Il lieto fine - sì, c'è - mi ha un po' rappacificata con questo libro, ma nel complesso non è fra i miei Cosmo Oro preferiti, quello no.
Mi consolerò ben presto perché, presa dalla curiosità, ho già sbirciato il prossimo.
E ho sparato trentasei colpi di cannone a salve dalla più alta delle mie torri perché il Cosmo Oro numero otto, signore e signori, è Dune. Letto, riletto, stra-letto.
Chissenefrega. Lo si rilegge ancora.
Ci vediamo ad Arrakis: sistematevi bene le tute filtranti e occhio ai vermi delle sabbie!

giovedì 4 febbraio 2016

Cosmo Oro 6 - Furia H.Kuttner

Nella bella versione che ho a disposizione, ogni volume della Cosmo Oro è preceduto da una interessante introduzione di Sam Moskowitz, che si legge con piacere, quasi quanto la storia in sé e per sé. Quella relativa ad Henry Kuttner la è più della media (già assai alta), in quanto il personaggio è piuttosto interessante: immaginate uno scrittore di fantascienza reputato un mediocre più o meno da tutti quelli dell'ambiente che si rivela essere un prolificissimo autore con un sacco - ma un sacco! - di pseudonimi.
Nessuno si era accorto che la mano dietro le storie era la stessa.
Insomma... li ha fregati tutti.
E poi parliamo di uno che corrispondeva con Lovecraft, tanto che, all'interno del Lovecraft circle trovò e prese moglie... quella C.L.Moore alla quale si deve - per esempio - Jirel de Joiry. Il pensiero di marito e moglie che scrivono insieme, in tale simbiosi che era impossibile anche per loro, alla fine, dire chi avesse scritto cosa è semplicemente troppo bella per essere vera.
Furia (Fury) è un romanzo del 1947 (ripubblicato poi con altro titolo nel 1956), ambientato su Venere. La Terra è andata, annientata da un olocausto atomico, un lutto perpetuo che gli umani si portano dentro. Venere non è un mondo facile: dopo novecento anni di colonizzazione, gli umani vivono di Riserve subacquee, protetti da cupole di Impervium, mentre la superficie è praticamente inaccessibile, popolata com'è da una flora/fauna (creature contemporaneamente animali e vegetali) letale, con un'atmosfera troppo ricca di anidride carbonica e con muffe, spore e funghi in grado di uccidere in pochissimo tempo e in modo atroce.
La società umana è nettamente divisa in due classi: quella dominante è composta dagli Immortali, ricchi, belli e sostanzialmente annoiati, e poi c'è il popolo, gli uomini dalla vita breve.
In questa situazione sociale sostanzialmente stagnante (perfino i conflitti interclasse sono ormai sedati), la razza umana è condannata all'estinzione. Non c'è possibilità di sviluppo, nei loro comodi rifugi sott'acqua. A livello di progresso scientifico, è stato fatto il massimo che si potesse fare. La società ha raggiunto il massimo grado di evoluzione: la guerra è stata debellata, le malattie anche.
Occorrono nuove sfide, nuovi orizzonti, se non si vuole rischiare la decadenza totale.
Occorre colonizzare la terraferma. 
Secoli prima, quando ancora le riserve si facevano la guerra fra loro, la terraferma e il mare erano i campi di battaglia per le Compagnie di Ventura, che avevano impiantato degli avamposti, i Forti.
Ma le Compagnie di Ventura si sono estinte quando le Riserve si sono confederate e la guerra è diventata un lontano ricordo. I forti sono stati abbandonati. Nessuno ha più messo piede lassù.
Gli Immortali, almeno quelli che non trascorrono il tempo fra i piaceri cercando di scacciare il costante senso di noia per una vita che è diventata sostanzialmente un'eterna ripetizione) sanno che è necessario espandersi, ma rimandano, in attesa di minimizzare i rischi. L'unico Immortale a rendersi conto che non si può attendere è Robin Hale, l'ultimo dei Cavalieri di Ventura, che non riesce ad adattarsi alla vita senza scopo della Riserva e desidera morire.
Gli umani, a parte pochi insoddisfatti che si vedono tarpate le ali dal dover rimanere nella riserva, non ce l'hanno neanche per l'anima di rischiare la loro già breve vita.
In una situazione così, solo la furia può rompere gli equilibri e crearne di nuovi. E la furia è incarnata in Sam Reed. Figlio di Blaze Harker, immortale, ha causato, nascendo, la morte di Bessi, sua madre. Suo padre, già sconvolto dall'uso di droghe, ha deciso di vendicarsi sul neonato e ne ha fatto alterare il DNA.
Crescendo, Sam non mostrerà alcuna delle caratteristiche fisiche degli Immortali, ma sarà invece basso, tozzo e calvo. Verrà cresciuto dagli uomini e non conoscerà mai le sue vere origini.
E Sam Harker diventa Sam Reed, e, nel tempo, si crea una solida reputazione nel mondo della criminalità organizzata: ladro, assassino, truffatore, non ha la minima idea di quale sia la sua verà identità.
Sa solo che odia gli immortali perché loro hanno a disposizione millenni e lui soltanto poche decine di anni. Sa solo che vuole rovinarli, tirarli giù da quel loro piedistallo. Spezzarli.
E quando gli immortali - nella persona di Zacharias Harker - tentano di ingaggiarlo per far fuori Robin Hale, che sta avvicinandosi troppo pericolosamente ad organizzare una missione di colonizzazione, Sam non trova di meglio che allearsi con Hale, in modo da permettergli di avviare il suo progetto.
Non ci riuscirà alla prima - in effetti, verrà messo fuori combattimento per quarant'anni, addormentato dalla Polvere di Sogno, una muffa venusiana - ma al secondo tentativo, sì. Scoprirà chi è, scoprirà che fine ha fatto suo padre (in effetti, prima di sapere che fosse suo padre).
Ma, alla fine, non basta avere a disposizione millenni per essere un Immortale: cresciuto fra gli uomini dalla vita breve, Sam, pur pieno di risorse, pericoloso e feroce, non ha la forma mentis degli Immortali. Non pianifica a lunghissimo termine e questo fa la differenza.
Perché c'è qualcun altro - il più vecchio degli Immortali, il più segreto, colui che addirittura ricorda la Terra - che riesce a leggere le linee di tendenza del futuro. Una volta avviata la colonizzazione, rese inabitabili le Riserve - forzando quindi Immortali e umani ad uscire dalla loro comfort zone e a riprendere un processo evolutivo - di Sam Reed, divenuto nel frattempo dittatore della Colonia Plymouth, non c'è più bisogno.
Perché, una volta abbattutasi su ciò che la minaccia, distruggendolo, la furia si rivolta su ciò che ha intorno e questo non si può rischiare.
Perciò, una volta esaurita la sua funzione, Sam viene addormentato, a tradimento, con la Polvere di Sogno e questa volta non è destinato a svegliarsi. Proprio come l'Uomo Sotterrato, una letale pianta venusiana dalle lunghe radici nascoste, Sam dorme sottoterra.
Furia è un ottimo libro. Scritto benissimo, elegante, piacevole da leggere anche a livello di prosa, suggestivo nelle ambientazioni, interessante nelle implicazioni sociologiche e nell'analisi della curva evolutiva delle civiltà. Insomma, che altro vi devo dire? Leggetelo!

P.S.: siccome anche le Compagnie di Ventura sono parecchio interessanti, è seguito dalla novelette Scontro nella Notte, ambientata secoli prima di Furia e che ci mostra come andavano le cose quando le Riserve si facevano la guerra. Molto, molto bella anche questa!